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Veduta dei giardini «Hamarikyū» - © roTokyo
Veduta dei giardini «Hamarikyū» - © roTokyo

Un itinerario classico

Tre luoghi da non perdere!

Tsukiji ➽ Hamarikyū ➽ Sensōji ➽ Akihabara

terzo giorno

Il programma di oggi è un classico al quale ho apportato qualche modifica.
Si inizia con una visita a Tsukiji1 per poi recarci ai giardini Hamarikyū2, risaliamo il fiume Sumidagawa in battello fino al tempio Sensōji3 ad Asakusa ed infine andiamo ad Akihabara4 «la città elettrica». Se rimane tempo e soprattutto un po’ di forze ci sono un paio di posti fra cui scegliere vicini all’albergo a Shinjuku che meritano una visita.

Facciamo colazione prima di andare, davanti a qualcosa di caldo si parla meglio.

Tsukiji - Il mercato del pesce è la destinazione più votata dai turisti stranieri negli ultimi quindici anni. Viene descritto com il mercato del pesce più grande del mondo e secondo alcune guide5 qui si scambiava anche carne di balena. Ora è in vigore una moratoria alla caccia dei cetacei ma purtroppo da luglio di quest’anno non verrà più rinnovata, quindi, se mai veniva scambiata in questo mercato, questa carne i turisti non l’hanno mai vista e … mai la vedranno perché da qualche mese il mercato, per fare spazio alle infrastrutture per le olimpiadi che si terranno nel 2020, è stato trasferito6 in un’altra zona della città.

Ma vale o valeva veramente la pena visitarlo? Ci sono stato in tempi lontani7, levataccia alle 3 del mattino per prendere il primo treno8 ed essere sul posto per scattare foto all’apertura al pubblico9 prima del sorgere del sole. Facce assonnate ma con andature frettolose si davano appuntamento per acquistare la materia prima delle loro rivendite allineata a terra, statue di ghiaccio senza più coda e pinne dorsali. Lo scambio avviene a gesti, lingua conosciuta solo agli iniziati. All’occorrenza, venditori e acquirenti, si fermavano per una pausa e per riscaldarsi in una delle poche bettole affollatissime del luogo, dove tutti conoscono tutti, gustando zuppe o sushi o sashimi. E poi via, in fretta, bisogna aprire il locale.

«Vista dal battello per *Asakusa*» - © roTokyo
«Vista dal battello per *Asakusa*» - © roTokyo

Le foto e i racconti di questo spettacolo hanno reso il mercato l’attrazione più votata dai turisti, ma dove arrivano i turisti a frotte, come quando arrivano le cavallette, il panorama cambia.
Oggi il mercato non si può più visitare liberamente, il turista può solo seguire il percorso segnalato e all’orario stabilito per non intralciare le contrattazioni e i pochi punti di ristoro si sono moltiplicati come i «pani e i pesci10» e là dove c’erano pescherie ora ci sono negozi di paccottiglia o piccoli ristoranti che promettono il miglior sushi del luogo …

Però tu sei una turista ed al ritorno in Italia ci sarà chi ti chiederà: “Ma com’era il mercato del pesce? E il sushi? Hai mangiato il sushi?”. È per rispondere a questa domanda che mi serviva il preambolo e … l’epilogo a fondo pagina sul sushi, e la risposta sarà: “Si sono stata al mercato ma non ho mangiato il sushi!” e poi argomentare la tua scelta con cognizione di causa11.

È ora di andare, prendiamo la metropolitana Marunouchi in direzione Ginza e alla stazione di Kasumigaseki cambiamo linea e saliamo sulla Hibiyas direzione Tsukiji occorrono solo una ventina di minuti per arrivare. Il mercato rimasto12 si trova subito fuori l’uscita della metro, facciamo una camminata veloce fra i vicoli e poi ci dirigiamo a piedi verso i giardini Hamarikyū il primo vero obiettivo della giornata. Per inciso, per strada incontriamo anche il tempio buddista Tsukiji Hongwanji ma noi tiriamo dritto13.

Il giardino Hamarikyū - Il giardino è bello in ogni stagione. Certo che in primavera con le fioriture o in autunno con l’ingiallimento è molto più bello ma gli eventi non mancano ad esempio i primi di gennaio i falconieri della falconeria tradizionale Edo fanno una dimostrazione di caccia col falco. Il luogo è fotogenico così mentre scatti lentamente ci dirigiamo verso il centro del parco, attraversiamo un padiglione su un’’isoletta al centro del lago. Qui possiamo sederci all’aperto e ordinare matcha14 per due.

Nota: In giapponese non esiste una parola generale, per il , il giapponese deve specificare; non possono dire: “Prendiamo un tè” intendendo prendiamo uno dei possibili tè che sono esistenti o ora, qui disponibili; la parola più generale che possiedono per identificare del tè è otcha e rappresenta solo il tè verde giapponese in una delle sue varietà, se non ne hanno o intendono offrire uno dei tè neri indiani [ma sarebbe è meglio dire all’inglese] usano la parola kotcha15, se invece intendono offrire un tè cinese allora non resta loro che identificarlo con il nome proprio es: ōlontcha ecc … ed in ogni caso un giapponese identifica il tè verde con il nome approprio derivante dalla tipologia di tè ad esempio: shintcha o ryokutcha, se ricordi ti ho consigliato di comprare yamatcha al Meiji Jingu16.

In questi anni17 assistiamo al boom del matcha sono ormai decine e decine i prodotti alimentari al sapore si matcha: gelato, cioccolato, lo stanno infilando in tutti i buchi.
È il matcha che è alla base della scuola del tè tradizionale giapponese18 e purtroppo non è per niente facile trovarne preparato e servito da un vero maestro19 ma se capiterà l’occasione non me la lascerò scappare20. Ma se sei interessata ora si cominciano a vedere locali come questo21.

Dopo questa chiacchierata sui tè dirigiamoci verso i pontili di imbarco per risalire il Sumidagawa fino ad Asakusa e cerchiamo di imbarcarci sul battello delle 12:35.
Il tragitto, soprattutto durante la fioritura dei ciliegi, è sempre piacevole.

«Il cancello del Sensōji»
«Il cancello del Sensōji»

Sbarchiamo al pontile adiacente al Sensōji, secondo obiettivo della giornata. La visita a questo tempio è d’obbligo perciò aspettiamoci calca22.
I due guardiani [sculture in legno fenomenali] all’ingresso con la gigantesca lanterna al cancello di ingresso impressionano. Caratteristica del tempio è anche la strada che porta all’ingresso con i negozi ai lati. I turisti in genere passano molto tempo su questa strada, affascinati, ma l’attrattiva sono i tesori artistici all’interno ovviamente e una visita non superficiale richiede un po’ di tempo e il posto lo merita nonostante ci sia veramente così tanta gente da infastidire.

Quando siamo stanchi possiamo andare in «Hoppy Street» qui a vicino ad incontrare lo street food giapponese per rifocillarci e dissetarci prima di buttarci verso la nostra terza destinazione oppure se sei affamata possiamo andare a mangiare tonkotu ramen da itchiran ramen a tua scelta23.

«Vicolo all'interno del Sensōji» - © roTokyo
«Vicolo all'interno del Sensōji» - © roTokyo

Dopo avere fermato la fame con qualcosa andiamo alla stazione di Asakusa e prendiamo il treno per Akihabara, pochi minuti e ci siamo.

È molto tempo, anzi tantissimo tempo che non vengo ad Akihabara. E … è tutto cambiato, almeno dalle foto che vedo. Una volta era la «electric town», ho le foto dell’insegna che dalle scale della piattaforma di arrivo del treno indicava il nome del quartiere a prova che non mento24, ma ora mi pare si è trasformata nella città degli anime dei manga dei maid café e dei negozi di mille piani pieni di gadgets di ognitipo. E poi è la patria25 delle AKB4826, ma questo lo sapevo già, e dei locali di cosplayer e idol-group27.
Perciò direi di buttarci nei vicoli, seguire l’intuito, ed entrare ovunque ti suggerisca l’ispirazione [ti pare?] e portare a casa tutto quello che ti colpisce l’attenzione.

«Shinjuku Yokocho»
«Shinjuku Yokocho»

Verso sera direi di rientrare, prima in albergo così puoi lasciare le cose che hai comprato e poi a cena28. Perché qui?
Perché la zuppa è a base di pollo mentre quella del tonkotsu è a base di ossa di maiale … ma è buonissima non credere è che dirlo fa un po’ di impressione lo so!

E dopo cena se ti va passeggiamo qui vicino, l’area è stata un poco rinnovata di recente ma rimane un pezzo di Giappone che non esiste più, in questi locali gli stranieri non sono [erano?] ammessi29. Se entravi anche se il locale era completamente vuoto ti dicevano che era al completo e ti mandavano via. E guai a fare foto senza chiedere il permesso, capacissimi di strapparti il rullino dalla macchina fotografica. Ci sono entrato solo una volta perché Takao mi ci ha accompagnato. Ma se qui non ti piace c’è un altro posto, sempre qui vicino, molto caratteristico, tutti locali piccoli, carini.

Mah, per oggi è andata, direi che ci vediamo domani. Notte!

Ro

  1. il mercato del pesce più famoso al mondo. Un tonno del peso di 278Kg è stato pagato $3.1 milioni di dollari! 

  2. Hamarikyū 

  3. Sensōji 

  4. Akihabara 

  5. quelle più vecchie, ora non più 

  6. con scandali, mazzette, problemi ambientali e tutto quanto fa felice il cittadino italiano 

  7. quelli analogici per intenderci 

  8. alle 4:00 e qualcosa 

  9. ristoratori ecc.. 

  10. tanto per per restare in tema 

  11. Scusami, non sono riuscito a trattenermi! So che proprio non lo sopporti ma è stato troppo divertente metterti in bocca le mie parole, mannaggia! 

  12. il mercato è stato spostato ricordi? 

  13. è di mattoni e abbiamo di meglio da fare oggi 

  14. Servito sempre con un dolcetto
    Matcha 

  15. mentre il tè indiano lo indicano con il termine originario tchai 

  16. che, per inciso, non è un tè ma un infuso di foglie di montagna. Giusto per andare a caccia di eccezioni! 

  17. saranno ormai una decina 

  18. Tcha no yū in giapponese 

  19. le scuole sono varie 

  20. ad ora solo tre volte ne ho avuto la possibilità 

  21. sakurai
    PS: aspetta che si carichi il video a inizio pagina. 

  22. un numero impressionante di turisti - piazza tripoli in agosto ai tempi del mokambo [forse tua madre se ne ricorda] 

  23. certo è una tentazione, ma è voluta, studiata a tavolino ma se ce la fai resisti, per il tuo primo assaggio di ramen avevo pensato a questo locale questa sera. 

  24. anche se sono in Italia da qualche parte 

  25. furusato 

  26. pronunciato «eikeibi fortyeito» 

  27. pronunciato «aidorugrūpu» 

  28. Hanamidori 

  29. si poteva solo passare per i vicoli e sbirciare 

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